Non può esserci piegatura senza sicurezza.
L’INPS ha gli occhi puntati sul mondo metalmeccanico perché è uno di quei settori tristemente noto per la quantità di incidenti sul lavoro. Infatti, generando circa 35% degli infortuni nell’ambito industriale (fonte: INAIL), la tendenza di questi numeri nell’arco di circa un decennio non accenna a modificarsi.
Come mai tutti questi infortuni sul lavoro?
Perché la domanda di queste lavorazioni è alta ed è in costante crescita.
Questo fa sì che il numero degli operatori aumenti e non solo, anche le ore di lavoro sono in generale aumentate: basti pensare che attualmente non è più cosa rara imbattersi in aziende (anche di lavorazione della lamiera) in cui sono previsti turni di notte.
Insomma, cresce l’azienda e assieme ad essa crescono tutti i numeri, quelli degli infortuni sul lavoro compresi.
COME ANDARE CONTRO LE STATISTICHE INAIL
Esiste una soluzione per prevenire efficacemente gli incidenti sul lavoro?
Al 99% la risposta è sì.
La sicurezza sul lavoro passa per forza dai corsi perché la formazione è la prima forma di prevenzione.
Per prevenire serve conoscere e per conoscere è necessario formarsi.
In un settore come quello di nostra competenza, ovvero quello della piegatura della lamiera, in cui anche “dare una pulita” senza guanti può essere rischioso e causare infortuni piuttosto considerevoli (es. tagliarsi con l’estremità della lamiera, inciampare su utensili non riposti correttamente, ecc.), mettere l’operatore a conoscenza dei rischi si rivela efficace contro quei vizi o quelle sviste potenziali che possono generare incidenti.
Per fare ciò Triveneta Impianti “stringe la mano” ad Accademia della Piegatura (per maggiori info www.accademiadellapiegatura.it) per la parte introduttiva di alcuni corsi che formano sia teoricamente che praticamente gli operatori della lamiera, siano essi già dell’ambiente o neofiti che si affacciano al settore.
UN METODO COLLAUDATO PER LA PREVENZIONE
La nostra esperienza diretta pluridecennale è stata decisiva nella creazione di un metodo più che collaudato efficace per la formazione tecnica professionale della figura del piegatore della lamiera.
Trattandosi di un ruolo operativo è fondamentale entrare immediatamente nell’ottica lavorativa uscendo da quella da “banco di scuola”. L’obiettivo è plasmare figure trasversalmente competenti e complete.
Tra le nostre fila di corsisti si riscontrano molte prime esperienze come quella del ragazzo che fa il pizzaiolo o il vivaista, chi si occupa di software di macchine da cucire, ma c’è anche chi è nel campo dei tools di automazione della Ducati e della McLaren, l’artigiano del taglio laser, quello che è stato passato dal reparto saldatura a quello di piegatura, c’è anche chi si occupa di ascensori e vuole imparare a leggere i disegni tecnici.
Tutte queste persone, così apparentemente diverse, voglio una sola cosa: imparare e diventare operatori della lamiera.
Anche coloro che sono già operativi alla presse piegatrici o sono inseriti con altra mansione presso un’azienda di lavorazione della lamiera passano da noi con la voglia di mettersi in gioco ed ampliare le proprie possibilità di lavoro, anche all’interno della propria realtà.
In fondo, non dimentichiamo che, come abbiamo detto all’inizio, il settore metalmeccanico è in crescita e offre molte possibilità lavorative. Infatti, in Italia si stimano esserci almeno 40.000 presse piegatrici, a cui non corrisponde un numero neanche vagamente vicino di piegatori. L’uomo, o la donna (eh sì, c’è un numero sempre crescente di donne che si occupa di piegatura della lamiera!), deciso ad intraprendere la strada della formazione accede in maniera diretta al mondo del lavoro.
L’ARGOMENTO SHOCK NELLA FORMAZIONE DEI PIEGATORI
Prima del disegno tecnico, prima del fattore k e delle variabili di deformazione e soprattutto prima delle pratiche alla pressa piegatrice, si parla di sicurezza.
Non solo è doveroso spiegare cosa comprende l’Allegato 4 della Direttiva Macchine, quindi, la norma EN 12622, ossia il “Vangelo” della sicurezza su presse piegatrici, illustrando quali dispositivi di sicurezza ci debbano essere installati sulle macchine utensili su cui si andrà a lavorare, ma bisogna anche parlare dei comportamenti personali del piegatore.
La sicurezza passa da fotocellule multi-raggio laser, barriere posteriori, ripari laterali, pedaliere di comando con pedale a tre posizioni tanto quanto da cosa fa e come lo fa il piegatore della lamiera stesso.
Il concetto è che anche se trovo installato sulla pressa piegatrice tutti i dispositivi di sicurezza del caso, non posso di certo accostarmi alla stessa a lavorare in ciabatte di gomma (cosa che farà sicuramente ridere, ma in Triveneta abbiamo visto anche questo!), come devo anche essere conscio dei rischi residui intriseci nel processo di piegatura della lamiera (di cui abbiamo parlato approfonditamente nella nostra guida originale “Aumentare la sicurezza con 4 semplici check-up” – disponibile per essere scaricata gratuitamente).
CONSAPEVOLI DI POTERSI PROTEGGERE
Una cosa che crea sgomento è tuttavia venire a conoscenza del fatto che sia facile trovare delle presse piegatrici con sistemi di sicurezza obsoleti e ormai superati come le fotocellule mono-raggio (fuori norma da quasi 30 anni) o del fatto che proprio non ci siano.
Ma se da una parte queste “mancanze” sono riscontrabili, sono vere altre due cose da tenere ben a mente:
1.
La realtà attuale nelle aziende di lavorazione lamiera spinge l’operatore ad interfacciarsi con il datore di lavoro per attuare soluzioni per la prevenzione in un clima assolutamente solidale e collaborativo in cui chi gestisce e non conosce le problematiche della produzione cerca il riscontro di chi invece è operativo e ci ha a che fare quotidianamente.
2.
Se un operatore della lamiera è preparato e competente nella sua materia può altresì valutare da sé se l’azienda per cui lavora o in cui sta per essere assunto è in regola dal punto di vista della sicurezza.
Ma si tende pensare che sia più comune farsi male con le parti in movimento della pressa piegatrice, quando è altrettanto facile farsi male con il pezzo in lavorazione, quindi, essere consapevoli significa anche essere consci del fatto che alcune situazioni dipendono solamente da noi stessi.
Ed è anche a questo che serve la formazione.
Perché la parte pratica dei corsi intende infondere la capacità di gestione del pezzo in lavorazione per essere efficienti, non solo dal punto di vista della velocità, ma bensì della precisione per evitare sprechi dovuti a pezzi errati ed essere consapevoli di come va maneggiato e lavorato il materiale per operare correttamente in sicurezza.
Perché un bravo operatore conosce i rischi, ma impara ad evitarli.