Oggi parleremo di un dispositivo di comando ad azione mantenuta, quindi tecnicamente di un:
dispositivo di comando che avvia e mantiene il funzionamento degli elementi della macchina solo finché il comando manuale (attuatore) è azionato. Quando lo si rilascia, questo ritorna automaticamente alla posizione di arresto.
(EN 292-1 del 1991 al punto 3.23.3)
In parole povere?
Della pedaliera di comando della tua pressa piegatrice.
Quindi, quali caratteristiche deve avere un dispositivo di comando di una pressa piegatrice per rispettare le normative vigenti?
Innanzi tutto, deve avere un solo attuatore per comandare la discesa, che a sua volta deve avere le seguenti posizioni:
- PRIMA POSIZIONE: per l’arresto
- SECONDA POSIZIONE: per il lavoro
- TERZA POSIZIONE: per l’arresto di emergenza
Osserva la Fig. 7b e rivediamole anche graficamente:
Per giunta, trattandosi di un pedale, la terza posizione deve essere raggiunta passando attraverso un punto in cui è richiesta una maggior pressione (la forza richiesta non deve superare i 350 Newton).
E inoltre, dopo l’azionamento dell’attuatore nella terza posizione (posizione arresto di emergenza) il riavvio deve essere possibile solo avendo riportato l’attuatore nella prima posizione d’arresto.
Ma quante volte che ho scritto “deve”…
Purtroppo per alcuni di noi che si mettono le mani nei capelli a starci dietro, ma meno male per la sicurezza per tutti coloro che sono operatori della lamiera, questi “deve” non sono scritti a caso.
Tutto questo è previsto come obbligo dalla Direttiva Macchina per le presse piegatrici e dalla norma EN 12622 specificata nel documento “Linee giuda” dell’ISPeSL, CLICCA QUI per consultare il documento.
(vedi pagine da 33 a 37 per la pedaliera di comando)
Tra i vari tipi di pedaliera per presso piegatrici ne troviamo alcune che prevedono anche l’uso di una leva di sicurezza (figura 7c – 7d – 7e), che ha lo scopo di impedire l’azionamento del pedale se solo una parte del piede è inserito nel vano pedale evitando pressioni accidentali e l’uso scorretto del comando (figura 7f).
Quante precauzioni per un semplice pulpito di comando, ti starai dicendo, e sono sicuro che ti stai chiedendo anche:
MA MI SERVE DAVVERO UN PEDALE A TRE POSIZIONI?
Ora cerco di spiegarti per bene perché la risposta è SI,
dando ad ogni posizione del pedale la sua ragione di esistere:
Perché la leva di sicurezza in condizioni di riposo (quando è perpendicolare al pedale dunque) impedisce l’abbassamento del pedale in caso per esempio che l’operatore, camminando all’indietro, lo prema con il tallone oppure se un utensile (cadendo ovviamente) si infilasse accidentalmente tra la copertura del pedale e il pedale stesso premendolo.
Perché l’azione (che può essere solo un’azione volontaria) di spostare la leva di sicurezza e premere in maniera “leggera”, ma decisa, il pedale attiva una combinazione di contatti elettromeccanici che garantiscono l’invio del comando solo se non si verifica un guasto contemporaneo degli stessi contatti attivati.
Perché è dimostrato che l’operatore in caso di immediato pericolo tende a premere con più forza sul pedale, quindi questo riflesso dettato dall’agitazione viene sfruttato per bloccare immediatamente la discesa della pressa piegatrice.
Anche questo comando rientra nel sistema di sicurezza della macchina utensile, in quanto esso funziona attraverso l’attivazione di altri contatti elettromeccanici appositi per l’emergenza, quindi non tramite quelli per la “normale” funzione di lavoro coinvolti nel sistema della seconda posizione.
Comprendi allora che un pedale a tre posizioni non solo ti serve davvero, ma è indispensabile?
Perché ti permette di lavorare in generale, di lavorare in sicurezza, ma anche di impedire gli incidenti che con un pedale “normale” sarebbero inevitabili.