Massimo ha un’azienda di lavorazione della lamiera vicino a noi, in provincia di Verona, e da qualche mese ha ampliato l’organico della sua officina assumendo tre addetti alla pressopiegatura.
Quindi, dopo essersi avviati ai ritmi del lavoro di operatori della lamiera, uno dei nuovi ragazzi, che lavora alla pressa piegatrice n°1, si è ben presto rivelato una risorsa preziosa.
ECCO LA STORIA DI ALBERTO:
Dunque, Alberto, una new entry nel mondo lavorativo delle presse piegatrici, osservò il modo di procedere dei colleghi “anziani”.
Notò così che una montagna (anzi, una catena montuosa intera!) di tempo è sprecata nell’attrezzaggio e nella regolazione dei dispositivi di sicurezza delle macchine utensili.
QUINDI CHE FARE?
Il ragazzo non subito si è sentito di comunicar la cosa, complici la poca esperienza nel mondo delle officine e l’insicurezza data da ciò (o da altri fattori esaminati in “È ARRIVATO LO STAGGISTA”).
Ma in realtà occhi nuovi fanno nascere pensieri nuovi
e con essi nuove prospettive da cui possono derivare nuove soluzioni.
Allora, il neo operatore della lamiera, per evidenziare questo metodo poco ottimizzato, condivise questo pensiero con gli altri “nuovi arrivati”.
Voleva vedere se anch’essi pensassero o no che ci potesse essere un modo per impiegare meno tempo nel processo di pressopiegatura.
MA IL CONFRONTO NON DIEDE I FRUTTI SPERATI:
“Lascia perdere Alberto, si lavora così in questa azienda e nello stesso identico modo in mille altre.”
E ancora una volta si sente riecheggiare la solita odiosa cantilena:
“SI È SEMPRE FATTO COSÌ E COSÌ CONTINUIAMO”
SBAGLIATO!
Quindi, Alberto, nonostante fosse stato scoraggiato a presentare la sua osservazione, prese coraggio e anche se un po’ imbarazzato andò dal capo officina.
Alberto sente di poter fare qualcosa di veramente utile per quella che ormai è la sua azienda.

Massimo, il capo officina che lo ha assunto, ascoltò quale problema il suo più giovane lamierista aveva da comunicare, senza negarlo, ma anche senza agire concretamente.
Alberto allora pensò bene di spingere Massimo ancora un po’ e, come ogni ragazzo che si possa definire tale, con il cellulare in mano chiese consiglio a Google.

Dunque, pensando a come rimediare, si rese anche conto di avere montato sulla sua pressa piegatrice un sistema di sicurezza inaffidabile, oltre che con un difficile settaggio.
E poi, finalmente, eccola: la soluzione concreta da proporre al capo.
Il giorno dopo Alberto sedette con Massimo e come la sera precedente scrisse “sicurezza presse piegatrici” e li noi: Triveneta Impianti.
Allora, fatta una telefonata, inviata una foto e fissata una data per l’intervento il gioco è stato fatto!
IL NOSTRO INTERVENTO:
Infine, il problema della sicurezza sulle presse piegatrici fu risolto con un retrofit dei dispositivi laser.
Installammo il nostro Kit Fast Bend Synchro (leggi l’articolo “VECCHIE PIEGATRICI SINCRONIZZATE e NORME ATTUALI vanno d’accordo?”) che risolve contemporaneamente anche il problema di regolazione dei dispositivi di sicurezza.
Infatti, grazie alle nostre staffature manuali che vanno regolate solo alzate e abbassate in funzione dell’altezza dell’utensile.
Quindi, una volta settate e regolate garantiscono la ripetitività della posizione e si può lavorare velocemente.

Aggiungiamoci la comodità di avere tutti i comandi a portata di mano grazie al pulpito (vedi “MI SERVE DAVVERO UN PEDALE A TRE POSIZIONI?“) e diciamo che il giovane Alberto ha salvato il (suo) mondo da sprechi di tempo (e denaro) e dal pericolo di infortunio!